Coniugazioni del verbo amare: Il tempo condizionale.

La lettura è un’oscura disciplina meteoropatica. Ci sono libri che si devono leggere con il caldo, tra un morso e l’altro di cocco bello e fresco, come ricordano i venditori ambulanti; altri vanno letti con il non-rumore della neve percepito fuori dalla finestra; qualcuno deve essere letto nell’indecisione amletico-primaverile di chi è sdraiato sotto un albero, al sole: maglia o non maglia, questo il dilemma. Il tempo condizionale di Sara Cordero si addice alle prime avvisaglie di autunno, tempo per antonomasia di progetti, sogni e dubbi sul futuro, quando tutto ricomincia e gli interrogativi si sovrappongono nella mente.

Amelia è una giovane ragazza educata a procrastinare: c’è sempre tempo per arrabbiarsi (quando riesce a sbottare), per scegliere, per amare la persona giusta, per capire cosa si vuole. Il Tempo…, nemico giurato di Amelia, dimostrazione tangibile della tendenza umana al definire: passato, presente, futuro; lei che sta così bene nel condizionale. “Crederà mica che non abbia notato che ogni sua affermazione è preceduta da un ‘e se’ o da ‘ho paura che’? […] Lei sta vivendo una vita, perbacco, come dire… ecco sì. Al tempo condizionale”: diagnosi perfetta non poteva azzeccare il suo psicoterapeuta.

È su suo suggerimento che Amelia scrive un diario terapeutico: ammetto di aver ritrovato in questo pretesto narrativo alcune vibes sveviane, in particolare della struttura del capitolo Psicoanalisi. Dico pretesto perché, attraverso questo diario, il lettore conosce la storia della protagonista, immergendosi nei suoi gangli e nelle sue ansie.

Il rapporto con l’amore, in tutte le sue sfumature, è al centro del flusso di coscienza della protagonista: quello familiare sembra non esistere, soppiantato da una perpetua propensione al giudizio; quello amicale soppresso dal tradimento e dalla voglia di prevalere sull’altro. Ma è sulle relazioni sentimentali con i suoi compagni che Amelia si metterà maggiormente in discussione. Ciascuna delle relazioni la distruggerà sì emotivamente, da loro imparerà però come NON si sta in relazione: una presa di consapevolezza per sottrazione.

Prima si sente un uccello in una gabbia dorata, un trofeo da esporre in pubblico, dominata da un ragazzo-padrone, con il quale sprofonda in una monotonia precoce. Poi si lascerà ammaliare dai modi di un ragazzo spirituale, solo all’apparenza: si dimostrerà un arrivista nato, pronto a tutto, anche a scherzare con i sentimenti, pur di avere successo.

Infine arriva la persona giusta, tanto idealizzata e sognata, che la aiuterà veramente. E come è fatta questa persona? Un porto sicuro capace di ascoltare e di supportare; allo stesso tempo una persona che sa mettere di fronte alle difficoltà, sinceramente incapace di giudicare, ma solo di aiutare ad affrontare i problemi. Una persona in grado di far riappacificare Amelia con il proprio passato, metterla di fronte all’evidenza del presente, spronarla a pensare a un futuro diverso. In poche parole: qualcuno che la aiuti ad uscire dal suo tempo condizionale.

Se dovessi definire Il tempo condizionale in una parola, direi che è una lettura delicata, in punta di piedi, in equilibrio tra emozioni travolgenti e opposte. Come Amelia, anche Sara Cordero sembra essere affascinata dalle storie delle persone: ascolta e comprende i suoi personaggi, nei cui dialoghi (una padronanza del dialogo veramente rara) noi lettori possiamo rifletterci. In fondo è come se fossimo ascoltati direttamente dall’autrice, sentendoci così meno soli: siamo stati tutti, almeno una volta, un po’ Amelia.

Spero che l’autrice non coniughi il verbo scrivere al condizionale ma al futuro, più prossimo possibile: non resta che aspettare il suo prossimo romanzo.

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