Dante deve essere nazional-popolare?

Amare Dante è una questione difficile: vuoi per la lingua comprensibile ma percepita lontana; vuoi per il repertorio mainstream di canti proposto nelle antologie degli istituti superiori; vuoi perché far appassionare a una cosa che tanto non servirà nel mondo del lavoro è difficile da far capire. Eppure non c’è opera che ancora scorra così vivacemente nelle vene del Bel paese come la Commedia. Giuseppe Antonelli (croce e delizia di chi, come il sottoscritto, ha affrontato almeno una volta un esame di storia della lingua italiana e/o linguistica) in Il Dante di tutti  prova a spiegare come l’opera del poeta fiorentino sia diventata una “straordinaria icona pop”.

Dalla lettura di questo saggio, condensato di ricerche per le celebrazioni del settimo centenario della morte del Sommo Poeta, spicca l’uso poliedrico che si è fatto dell’opera, e della figura, di Dante. Partiamo dalla rappresentazione fisica (naso adunco, cappa rossa, sguardo torvo, corona d’alloro; tutti dimenticano la barba), inequivocabile e immediatamente riconoscibile, diventata un vero e proprio brand utilizzato per promuovere una miriade di prodotti. Come afferma la copywriter Annamaria Testa, “se Dante fosse un brand, potrebbe vantare una coerenza di segni che neanche la Coca-Cola”. Per non parlare del suo stile narrativo, usato per veri e propri spot pubblicitari; geniale quello usato per promuovere una macchina da scrivere: “Ci fusse stata questa macchinetta, | non cento canti per tre parti sole, | ma mille ne avrei scritti, e ben più in fretta!”.

Versi e immagine dell’Alighieri sono state fonte d’ispirazione in tutti i campi delle arti, le quali si sono fatte vettrici della tradizione dantesca, contribuendo alla scoperta e alla “messa in prosa” della Commedia. Si possono citare:

  • MUSICA: dal famoso “amor che a nulla ho amato, Amore, amore mio perdona” di Antonello Venditti, fino al più contemporaneo Infernvum, straordinario album dantesco del rapper e professore Murubutu.
  • PITTURA, SCULTURA, GRAFICA: Dalì, Delacroix, Blake, Rodin. Un elenco infinito di artisti che hanno ripreso Dante sulla tela. Su tutti però, spicca Gustave Doré con le sue illustrazioni dettagliate e di forte impatto.
  • CINEMA: direttamente ispirati alla figura del poeta, come il recente Dante di Pupi Avati (2022), o contenenti rimandi alla sua opera (Inferno di Ron Howard o Seven di David Fincher).
  • VIDEOGIOCHI: sì, per storie e grafiche, i videogame rientrano tranquillamente nella forme artistiche contemporanee (smettiamola di pensare solo a FIFA e a quanto era bello il Commodore 64). Capolavoro del genere è ovviamente Dante’s Inferno, liberamente ispirato alla prima cantica: Dante è un veterano delle Crociate che dovrà compiere un viaggio infernale per salvare Beatrice.

Un aspetto importante che emerge da Il dante di tutti è l’esistenza di una sorta di faida tra dantomani e dantofili. Da un lato i cultori ortodossi della materia, che vedono in ogni adattamento dell’opera un vilipendio alla memoria di Dante; dall’altro un’ampia platea di appassionati, che si avvicina alla Commedia grazie a nuove chiavi di lettura e reinterpretazioni. Negli anni universitari, ho percepito un certo grado di elitismo attorno a quest’opera; atteggiamento che va contro gli intenti stessi di Dante: la Commedia è stata scritta volutamente in volgare, la lingua di tutti, e non in latino; nelle sue pagine si parla di anime comuni tanto quanto di uomini illustri. In sostanza: dovrebbe essere l’opera letteraria nazional-popolare per antonomasia. Forse è il caso che esca dagli atenei e torni in strada, nelle scuole (in modo accattivante), così che davvero Dante diventi, come nel sogno risorgimentale, un santo laico del nostro paese. Aggiungerei: un santo universalmente laico, immune alle storture politiche, con buona pace del ministro che l’ha dipinto come fondatore di un certo pensiero politico.

In appena novanta pagine, Giuseppe Antonelli racconta in maniera inedita, con un linguaggio chiaro e con riferimenti contemporanei, il gigante della letteratura italiana. Che possa essere questo un campionario di spunti utili a rendere nuovamente appetibile il Sommo Poeta?

Una replica a “Dante deve essere nazional-popolare?”

  1. Avatar Stoner, il romanzo anti-plot sull’analfabetismo emotivo – Romanzoapranzo

    […] fatica degli studi, la svolta economico-sociale), Stoner diventa in breve la cronaca di un inetto (Dante l’avrebbe probabilmente condannato tra quelli sanza ’nfamia e sanza lodo), incapace di reagire […]

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